Gestire i contenuti Web: Content Management System
Plone
Plone è uno dei più popolari CMS Open Source basati sul framework di Zope e sviluppato in Python, il popolare linguaggio di programmazione adottato anche da Google. Tra i tanti CMS Open Source Plone si distingue, oltre che per le funzionalità, per la facilità di installazione. La versione per Windows si installa con una manciata di click senza richiedere alcuna competenza da sistemista. Sono inoltre disponibili release per Mac OS X, Linux, Solaris e molte altre varianti di Unix. In pochi minuti vengono installati Zope, Plone, Python e il database proprietario. Plone ha una interfaccia utente e un setup disponibili in oltre venti lingue tra cui quelle che richiedono l'utilizzo di alfabeti Unicode (come ad esempio l'arabo e il giapponese). Plone è stato sviluppando mantenendo la compatibilità con lo standard WAI-AAA, in modo che i siti prodotti possano essere utilizzati anche da persone con carenze visive. Questa particolarità è di sicuro interesse per tutti coloro che intendono sviluppare siti compatibili con la legge Stanca per la pubblica amministrazione.
Mentre vengono delegate a Zope le funzioni di basso livello quali la configurazione di sistema, la gestione degli utenti e l'amministrazione dei template, Plone provvede a fornire una interfaccia di amministrazione che permette agli utenti di intervenire sui contenuti del sito. Zope come si diceva all'inizio è stato scritto in Python, un potente linguaggio ad oggetti, open source, simile a Perl o Tcl. La conoscenza di Python è richiesta per interagire con Zope mentre non è necessaria per l'utilizzo di Plone.
I template, chiamati skin, sono sviluppati in Html con un massiccio utilizzo di CSS. Per realizzare un sito con Plone occorre dunque impratichirsi anche dell'utilizzo del CMF (Content Management Framework) di Zope, mentre se si devono solo mantenere i contenuti è sufficiente imparare ad utilizzare Plone.
Plone può gestire utenti con differenti ruoli e regolamentare l'intero ciclo di approvazione. A chiunque acceda al sito senza farsi riconoscere è dato il ruolo di utente anonimo e può accedere ai documenti pubblicati. I collaboratori, che sono identificati tramite una login e password, hanno invece la possibilità di creare, nella loro cartella personale, nuovi contenuti, che saranno poi sottoposti a revisione e approvazione prima di essere pubblicati. Il terzo gruppo di utenti è costituito dai revisori che sono preposti al controllo e alla pubblicazione dei contenuti inseriti dai collaboratori. Quando un revisore accede al sito, se vi sono contenuti da controllare appare un messaggio nella barra personale. I collaboratori rimangono comunque possessori degli elementi che creano. In questo modo è per loro possibile modificarli, sottoporli o ritirarli dalla revisione, oppure renderli privati. I manager infine possono vedere i contenuti in qualsiasi stato (visibile, in revisione, pubblicato o privato). Inoltre possono intervenire aggiungendo, modificando o cancellando gli oggetti - che come vedremo vengono definiti portlet -, gli utenti e i relativi ruoli.
Con Plone è fornito anche un editor HTML Wysiwyg per l'inserimento dei contenuti veri e propri che prendono il nome di documenti. La gestione dei documenti, che possono essere pubblicati nelle aree personali o nelle are pubbliche di propria pertinenza, consente anche di definire l'intervallo di pubblicazione, di registrare commenti da parte di alti utenti e di gestirne lo stato (visibile, in revisione, pubblicato o privato). Ogni documento pubblicato in Plone può essere oggetto di discussione da parte degli utenti.
Molte delle funzionalità di Plone sono implementate mediante particolari oggetti chiamati portlet, che possono essere visualizzati nelle pagine del sito e hanno vita autonoma. Esempio di portlet già configurati e pronti per essere popolati sono gli eventi (visualizzati nel calendario e oggetto di ricerca), i file (di qualsiasi tipo e sempre disponibili per il download), le news (contengono brevi testi e dispongono di un titolo e di una descrizione opzionali) e i temi. Questi ultimi sono particolarmente interessanti in quanto consentono di creare una raccolta di documenti interrogando la base dati del sito. Nella definizione di un tema è possibile filtrare i documenti selezionandoli secondo diversi aspetti: per contenuto, per posizionamento logico nella struttura del sito, per intervallo di creazione o stato di revisione. I temi mantengono solo dei collegamenti a documenti e non contengono di per sé alcuna informazione, come farebbe invece una normale directory. Tramite l'interfaccia di amministrazione di Zope è possibile customizzare i portlet e scegliere anche dove e in che pagine visualizzarli. Per Plone sono inoltre disponibili moduli aggiuntivi per la gestione di cataloghi, siti di ecommerce, gestione di blog e connessione ai più comuni database (tra cui MySQL, PostgreSQL, Firebird, SQL Server e Oracle). Sono i vantaggi dei progetti Open Source ben riusciti dove è spesso possibile trovare qualcuno che ha già sviluppato quello che serve.
Plone è un ottimo prodotto, ben strutturato e ben sviluppato. Per essere utilizzato richiede comunque una struttura con competenze tecniche in grado non solo di seguire la realizzazione del sito ma anche l'amministrazione quotidiana del sistema, che per il versante Zope non è certo alla portata di tutti.
L'interfaccia di amministrazione di Plone ricalca quella del sito che si sta amministrando.
La schermata di configurazione del portale.
Plone è costruito sul CMF Zope. Nell'immagine una schermata di amministrazione di Zope.
La gestione dei permessi è molto particolareggiata e può essere spinta fino a dettagliare i permessi per i singoli oggetti.
Pro
- Buone funzionalità
- Ottima integrazione con Zope
Contro
- Occorre conoscere anche Zope e Python
- Lunghi tempi di apprendimento
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